“CUSTODIA DEL CREATO, LEGALITÀ, AGROMAFIE”, DAL 4 AL 6 NOVEMBRE TERRA VIVA ALLA 72ª GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO

“Custodia del creato, legalità, agromafie”. È questo il tema scelto dalla Conferenza episcopale italiana per la 72ª Giornata del Ringraziamento, che sarà ospitata il 5 e 6 novembre dalla diocesi di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. A ispirare le riflessioni, il passo biblico di Amos “Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto”. La ricorrenza è promossa dalla Cei, Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro e dalla diocesi in collaborazione con Terra Viva, Fai Cisl,  Coldiretti, AcliTerra, Feder.Agri., e con il patrocinio del Comune di Sessa Aurunca.

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GOVERNO, RISSO: AUGURI E BUON LAVORO AL NUOVO ESECUTIVO, IN PARTICOLARE AL MINISTRO LOLLOBRIGIDA

“Buon lavoro al nuovo Esecutivo della Presidente Meloni e in particolare al Ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che auspichiamo di incontrare al più presto per un fattivo confronto sulle principali emergenze di uno dei settori trainanti dell’economia italiana”.

Lo dichiara Claudio Risso, Presidente di Terra Viva Cisl, associazione che rappresenta oltre 30mila liberi produttori agricoli, a seguito del giuramento avvenuto questa mattina al Quirinale dei neoministri del Governo Meloni.

“Non serve sottolineare le difficoltà che anche il nostro comparto sta attraversando a causa del drammatico aumento dei costi di materie prime ed energia ed è per questo che fin da subito garantiremo al nuovo ministro la disponibilità e la collaborazione necessarie per affrontare le sfide in atto. Serve fare sistema e una strategia condivisa – prosegue Risso – per snellire la burocrazia, favorire l’accesso al credito e incentivare gli investimenti, promuovere le eccellenze alimentari italiane garantendo qualità del prodotto e etica nella filiera di produzione. Sarà fondamentale, inoltre, proseguire nel virtuoso percorso intrapreso in Europa con la nuova PAC, e per questo ringraziamo per l’impegno il precedente ministro Patuanelli. I temi in discussione, dal nutriscore alle carni sintetiche, dal biologico all’uso dei fitofarmaci, richiedono posizioni chiare e che tutelino lo sviluppo del settore, la tutela dell’ambiente, il reddito degli imprenditori agricoli e la forza del Made in Italy”.

MODELLI E SVILUPPO AGRICOLTURA NAZIONALE E VENETA: IMPRENDITORI AGRICOLI E SINDACATO A CONFRONTO A VERONA

Aziende agricole dimezzate, diminuzione delle persone impiegate, molteplici criticità da affrontare e una PAC che deve accelerare i tempi per supportare e in parte rilanciare il comparto. Con 824 milioni di euro da investire nei prossimi 5 anni, il Veneto si interroga sul futuro dell’agricoltura in regione. Questi gli spunti emersi nell’incontro svolto in malga “La Casara” a Roverè Veronese organizzato da Terra Viva e Agri del Veneto. Tra i relatori i prof. Samuele Trestini e Vasco Boatto, dell’Università di Padova e il dott. Franco Contarin, direttore Adg FEASR Bonifica e Irrigazione della Regione Veneto.

All’iniziativa, partecipata da oltre cento tra produttori e operatori del settore e dirigenti sindacali, presenti il Presidente nazionale di Terra Viva Claudio Risso assieme al vicepresidente nazionale Renzo Aldegheri e al Presidente Veneto Thomas Alba, il Segretario Generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota con il Segretario regionale Andrea Zanin, il Segretario Generale della Cisl Veneto Gianfranco Refosco con il Segretario regionale Cisl Verona Giampaolo Veghini, il dott. Doriano Annibale Presidente di Agri del Veneto e il dott. Mauro Trapani Direttore di AVEPA.

I numeri, che stanno emergendo anche dall’ultimo Censimento ISTAT, parlano chiaro. A livello nazionale il numero delle aziende agricole è crollato. Dal 1982 al 2020 si è passati da 3.133.118 aziende a 1.133.023, con una SAT (superficie agricola totale) diminuita di quasi seimila ettari (22.398 del 1982 ai 16.474 del 2020). Negli ultimi dieci anni, dal 2010 al 2020, si è perso il 30% delle aziende agricole (da 1.620.884 a 1.133.023), nel solo Nordest erano 251 mila contro le 187 mila attuali (circa 70mila quelle attive in Veneto). Significativo anche il calo del numero di soggetti che lavorano in agricoltura, soprattutto nell’ultimo decennio: nel 2010 le aziende agricole impiegavano quasi 3milioni di persone (2.932.651), nel 2020 sono 1.459.651, molto pesante il dato nel Nordest dove si è passati da 479.581 a 159.467. Il calo è rappresentato soprattutto dalla netta flessione della manodopera familiare.

“Il nostro modello di sviluppo basato sui distretti è saltato – ha spiegato il Prof. Vasco Boatto docente all’Università di Padova – Nel nome della comprensibile innovazione e della crescita industriale, anche in agricoltura, abbiamo perso quella tipologia tipica del nostro comparto, soprattutto a Nord Est, che era non solo presidio del territorio ma tutela della biodiversità e delle tipicità locali. L’agricoltura non è più attrattiva, per qualità della vita e anche per redditività, ed è questo il vero ragionamento che va messo in atto. PAC, CSR devono sostenere gli agricoltori, incentivare gli investimenti, snellire la burocrazia. Anche il modello europeo di agricoltura deve evolvere, con obiettivi chiari, strategie di adattamento, un maggiore spostamento verso misure di sviluppo rurale”.

La PAC 2023-2027 destina oltre 824milioni di euro al Veneto (dei quali 146 arrivano dal bilancio regionale) per sviluppare i 45 interventi individuati. Tra gli ambiti di azione maggiormente finanziati tutela dell’ambiente, mitigazione dei cambiamenti climatici e contrasto al dissesto idrogeologico (16 interventi per 210milioni di euro), investimenti strutturali e per impianti di irrigazione (12 interventi per 323milioni di euro), incentivi per i giovani agricoltori e sviluppo rurale (2 interventi per 70milioni di euro).

“Le priorità che abbiamo individuato come Regione dove investiremo le risorse della PAC e CSR sono i giovani, la sostenibilità, l’innovazione, la vivibilità, le fragilità – spiega il dott. Contarin direttore Adg FEASR Bonifica e Irrigazione della Regione Veneto – La strategia regionale specializza, in modo sussidiario, lo sviluppo rurale sulle tematiche che non trovano altro strumento o risposta. È importante ora accelerare sull’erogazione dei fondi e attuare i progetti di intervento”.

All’incontro è intervenuto anche il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota: “L’Italia ha sì bisogno di un’agricoltura strutturata e connessa al mondo del turismo e del manifatturiero, ma allo stesso tempo di realtà che siano rappresentative della storia agricola del nostro Paese. Con 538 miliardi di euro il comparto agroalimentare rappresenta un terzo del nostro Pil nazionale, le risorse che stanno arrivando dal PNRR e CSR possono davvero rafforzare il settore creando reddito per le imprese e garantendo qualità del lavoro. I temi che condividiamo con il mondo imprenditoriale agricolo sono il contrasto al lavoro irregolare, il monitoraggio sul consumo di suolo, la tutela e ripopolamento dei territori interni, la lotta allo spreco del cibo. Insieme, possiamo avviare un percorso virtuoso e di grande responsabilità”.

“Significativo essere qui oggi, in una delle 700 malghe del Veneto, veri presìdi per la tutela del territorio e la valorizzazione delle tipicità -  ha commentato il Presidente Nazionale di Terra Viva, Claudio Risso che ha concluso i lavori – Viviamo un tempo di grandi incertezze e di profonda instabilità, dopo due anni di pandemia e nel pieno del conflitto Russo-Ucraino che ridisegna gli equilibri nazionali e globali. La nostra agricoltura ha bisogno di programmazione, abbiamo ribadito anche nel tavolo di partenariato nazionale, che coinvolge 131 organizzazioni, l’esigenza di una PAC che aiuti il produttore agricolo a sviluppare la propria azienda, premiando chi lavora, investe, crea occupazione, genera sicurezza e qualità alimentare. Nell’agenda politica del prossimo Esecutivo – conclude Risso -  sarà fondamentale che l’agricoltura abbia un ruolo strategico perché possa essere vero traino economico in una fase così delicata”.

 

7° CENSIMENTO ISTAT, RISSO: "NON É UN'AGRICOLTURA PER GIOVANI. ATTENZIONE A MEDIO PICCOLE AZIENDE"

 “I primi dati sul 7° Censimento in agricoltura di ISTAT evidenziano la sparizione, in questi venti anni, di circa il 30% delle aziende agricole italiane. Il dato è ancora più pesante se paragonato al censimento del 1982, dal quale sono scomparse quasi due aziende su tre, con una flessione del 63,8%. A pagare il prezzo più alto sono soprattutto le realtà medio piccole, la dimensione delle singole aziende è infatti aumentata, passando da 7 a 11 ettari di superficie agricola utilizzata. Questa situazione fa preoccupare perché si disperde un patrimonio tipico dell’agricoltura italiana che, considerata la situazione economico politica odierna, rischia di diminuire ulteriormente, con molte imprese che usciranno definitivamente dal mercato”.

Questo il primo commento di Claudio Risso, presidente di Terra Viva Cisl, associazione che rappresenta oltre 30mila liberi produttori agricoli, sui primi risultati diffusi da ISTAT in merito al settimo censimento generale dell'agricoltura, svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all'annata agraria 2019-2020.

“Se da una parte è vero che strutture aziendali più organizzate possono garantire una maggiore offerta di lavoro, dall’altro le realtà medio piccole rappresentano un importante presidio per la tutela del territorio, per la valorizzazione delle eccellenze, per le nostre tradizioni e non vanno lasciate indietro. Dai dati emersi preoccupa anche il difficile ricambio generazionale, che in questi anni non è avvenuto. ISTAT – prosegue Risso -  evidenzia come solo il 13% delle aziende censite è guidata da imprenditori under 40. Va ricordato che innovazione, digitalizzazione, investimenti su nuove tecnologie si realizzano, nella maggior parte dei casi, laddove sono i giovani a guidare l’impresa. Ecco che così si rischia di rallentare quel processo di sviluppo, di ammodernamento, di reale transizione ecologica necessario per consolidare il settore agricolo come vero volano per l'economia del Paese”.

“Serve, come abbiamo ribadito anche durante il nostro congresso nazionale, attivare un patto di sistema, attraverso gli stati generali dell'agricoltura che consentano alle associazioni di categoria, parti sociali e istituzioni di progettare insieme un nuovo modello di sviluppo, creando le condizioni per attrarre più manodopera, della quale il settore ha impellente bisogno, e professionalità specializzate, sempre più ricercate. È un’occasione che non va sprecata – conclude il Presidente di Terra Viva – le risorse del PNRR e la nuova programmazione del Piano Strategico Nazionale diventino quindi un’opportunità per il rilancio del comparto”.

 

FITOFARMACI, RISSO: "SUBITO UN DOSSIER EUROPEO SU UTILIZZO BIOTECNOLOGIE SOSTENIBILI"

“Sosteniamo la proposta dell’On. De Castro che chiede all’Unione Europea di accompagnare i nostri agricoltori nella transizione verso modelli produttivi sempre più sostenibili presentando quanto prima un dossier per l’autorizzazione delle nuove biotecnologie utilizzabili. Esistono molte tecniche colturali, tra le quali anche il bio-controllo, che limitano in maniera significativa l’uso dei fitofarmaci. Vanno normate e soprattutto è importante stanziare risorse che aiutino gli imprenditori agricoli a innovare, fare ricerca, investire in nuove tecnologie. Così si potrà attuare la politica di transizione ecologica senza compromettere la capacità produttiva del comparto”.

Così Claudio Risso dopo la revisione della direttiva UE sull'uso sostenibile dei fitofarmaci, che mira a ridurne l'uso del 50% entro il 2030.

“Il conflitto in Ucraina ha messo in luce la dipendenza del nostro Paese su alcuni prodotti, tra i quali mais, girasoli, frumento tenero. Condividiamo pienamente la necessità di ridurre l’utilizzo di fitofarmaci in agricoltura, ma è altrettanto importante considerare il contesto politico e economico che stiamo attraversando, per realizzare una politica ambientale che non lasci indietro nessuno” conclude Risso.

Notizie - Fai CISL

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